Generalità
Nome scientifico
Arnica montana
Famiglia
Asteraceae
Sinonimi
L'arnica è anche chiamata "tabacco di montagna" o "erba delle cadute".
Parte utilizzata in Erboristeria
Le parti dell'arnica impiegate a scopo medicinale sono i fiori da cui si estrae l'olio essenziale, i fiori essiccati, le foglie raccolte prima della fioritura, le radici essiccate e non e il rizoma essiccato.
Origine
L'Arnica è originaria dell'Europa. È molto diffusa in Italia, sulle Alpi e sugli Appennini. Si trova anche nell'Asia centrale e nel sud della Russia.
Descrizione botanica
L'arnica è una pianta erbacea perenne rizomatosa che raggiunge i 20-50 cm di altezza. Le foglie sono basali, ovate e disposte a rosetta. I fiori sono di colore giallo-aranciato.
Principi Attivi
- Olio essenziale, i cui componenti sono timolo, esteri del timolo e acidi grassi liberi.
- Polifenoli.
- Pseudoguaianolidi.
- Flavonoidi, fra cui astragaloside e isoquercitroside.
- Lattoni sesquiterpenici, alcuni di questi sono tossici e impediscono l'uso dell'arnica sulla cute lesa.
- Idrossicumarine.
- Derivati dell'acido caffeico.
Proprietà
Fitoterapia
Nella moderna fitoterapia, l'arnica viene impiegata esternamente per la sua azione antinfiammatoria, analgesica, antisettica e per la sua capacità di regolare la circolazione sanguigna periferica e di aumentare la resistenza delle mucose. L'utilizzo dell'arnica, perciò, è particolarmente indicato in caso di traumi, ematomi, ecchimosi, contusioni, distorsioni, fratture, strappi muscolari, artralgia e dolori reumatici.
Medicina popolare
Nella medicina popolare, l'arnica è utilizzata contro gli ematomi, l'edema provocato da traumi, le contusioni e contro i problemi muscolari e articolari. L'arnica viene altresì impiegata nella medicina tradizionale contro la foruncolosi, le infiammazioni di bocca e faringe, le infiammazioni causate da punture di insetti e contro le flebiti.
Altri utilizzi dell'arnica nella medicina popolare includono il trattamento di disturbi cardiovascolari, come l'angina pectoris, l'arteriosclerosi, la miocardite e l'insufficienza cardiaca.
NB: le applicazioni dell'arnica nella medicina popolare non sono state confermate da verifiche sperimentali, condotte con metodo scientifico, o non le hanno superate. Potrebbero, pertanto, risultare inefficaci o addirittura dannose.
Effetti Collaterali
Quando l'arnica è utilizzata esternamente ai dosaggi terapeutici raccomandati, il rischio d'insorgenza di effetti collaterali è molto basso. Tuttavia, l'utilizzo frequente della tintura non diluita, così come il contatto con la pianta tale e quale, può portare a sensibilizzazione.
Inoltre, il contatto con l'arnica, o con preparazioni che la contengono, può scatenare reazioni allergiche in soggetti sensibili. Queste reazioni si possono manifestare sotto forma di eruzioni cutanee accompagnate da prurito, vesciche, ulcere o necrosi superficiale.
L'applicazione esterna di elevate concentrazioni di arnica può portare alla comparsa di vesciche cutanee e necrosi.
L'applicazione esterna della tintura di arnica deve essere effettuata solo sulla cute integra e non sulle ferite aperte, sulle ulcerazioni o sulle abrasioni. Questo perché nell'arnica sono contenuti alcuni lattoni sesquiterpenici tossici.
In caso di ingestione di quantità eccessive di arnica, si può andare incontro ad intossicazioni caratterizzate da gravi irritazioni delle mucose gastrointestinali che portano a vomito, diarrea ed emorragie e da una breve stimolazione dell'attività cardiaca seguita subito dalla paralisi dello stesso muscolo cardiaco. Per questi motivi, l'utilizzo interno di arnica è altamente sconsigliato.
Gravidanza e allattamento
L'utilizzo dell'arnica da parte di donne in gravidanza e da parte di madri che stanno allattando al seno è controindicato.
In qualsiasi caso, le donne in gravidanza e le madri che allattano al seno, non dovrebbero assumere nessun fitoterapico senza aver prima chiesto il consiglio del medico.
Interazioni farmacologiche
Dal momento che l'arnica contiene delle idrossicumarine, potrebbe potenzialmente interferire con l'attività di anticoagulanti cumarinici (come, ad esempio, il warfarin).
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