Iperinsulinemia | Cos'è? Cause, Rischi, Rimedi Efficaci

In questo articolo parliamo dell'Iperinsulinemia, spiegando perché Compare e Quali sono i Rischi per la Salute. Come affrontarla con Dieta, Farmaci, Chirurgia Bariatrica, Integratori e Attività Fisica

Iperinsulinemia
Supervisione Scientifica a Cura del Dottor Gilles Ferraresi - Ultima revisione dell'articolo:

Che Cos'è

L'iperinsulinemia è una condizione caratterizzata dall'aumento dei livelli di insulina nel sangue, che superano la soglia di normalità.

Il persistere dell'iperinsulinemia è una condizione potenzialmente pericolosa per la salute, essendo collegata a patologie come obesità, malattie cardiache, diabete e cancro 1, 2, 3.

Secondo la visione classica, l'iperinsulinemia rappresenta una risposta adattativa all'insulino-resistenza, che a sua volta è frequentemente associata a fattori come eccesso di cibo e mancanza di attività fisica.

Per capire cosa sia l'insulino-resistenza, ricordiamo che l'insulina è un ormone necessario affinché il glucosio presente nel sangue entri nelle cellule di molti tessuti dell'organismo.

Nel corso della vita, può succedere che i tessuti insulino-dipendenti diventino meno sensibili all'azione dell'insulina; in altre parole diventano "resistenti all'insulina". Di conseguenza, il glucosio fatica a entrare nei tessuti e si accumula nel sangue (condizione nota come iperglicemia).

In queste condizioni si ha un aumento compensatorio della produzione di insulina da parte del pancreas, con la conseguente comparsa di iperinsulinemia.

Causa o conseguenza dell'Insulino Resistenza?

Secondo una più recente visione, in molti casi l'iperinsulinemia non sarebbe una conseguenza bensì una causa dell'insulino-resistenza 4, 5.

In effetti, una marcata iperinsulinemia può essere osservata anche in soggetti con normale controllo glicemico, suggerendo che l'iperglicemia potrebbe non essere la causa dell'iperinsulinemia in alcuni soggetti 6.

Si è anche visto che nei pazienti con obesità ma senza diabete o ipertensione, l'iperinsulinemia è più comune rispetto all'insulino-resistenza 7.

Tutto ciò avvalla l'ipotesi che l'iperinsulinemia possa precedere e contribuire alla resistenza all'insulina.

Per spiegare questo fenomeno, si ritiene che livelli basali elevati di insulina porterebbero a una desensibilizzazione delle cellule bersaglio sensibili all'ormone (soprattutto al livello epatico), rendendole quindi resistenti alla stimolazione dell'insulina 8, 9, 10, 11, 12.

Cause

Le cause dell'iperinsulinemia possono essere varie e per identificarle è utile valutare anche i livelli glicemici.

L'iperinsulinemia può innanzitutto essere acuta (ad es. per un dosaggio errato di insulina o in risposta a un pasto ad alto indice e carico glicemico) oppure cronica.

Un'eccessiva secrezione cronica di insulina può portare a ipoglicemia negli insulinomi (un tipo di tumore del pancreas) e nella sindrome da ipoglicemia pancreatogena non insulinoma. Tuttavia queste condizioni sono rare.

Nella maggior parte dei casi, l'iperinsulinemia risulta invece correlata a livelli normali o aumentati di glicemia.

Diversi fattori ambientali, genetici e socioeconomici contribuiscono tutti allo sviluppo e alla progressione dell'iperinsulinemia cronica, tra cui 1:

  • Dieta ipercalorica
  • Sedentarietà
  • Obesità
  • Stress psicologico
  • Privazione di sonno
  • Disturbi del ritmo circadiano
  • Carenze nutrizionali (ad es. magnesio, vitamina D, zinco)
  • Età anziana
  • Ipertrigliceridemia

Nella maggior parte delle persone "sane", la resistenza all'insulina è principalmente causata da due fattori: l'eccesso di cibo e la mancanza di attività fisica, che a loro volta si associano all'obesità.

Mangiare troppo ed essere inattivi può infatti causare un accumulo di grasso nel fegato e nei muscoli, il che rende questi tessuti meno sensibili all'insulina, causando di conseguenza iperinsulinemia.

Secondo un ampio studio, gli individui con ipersecrezione di insulina tendevano a essere più anziani e ad avere una massa grassa percentuale più elevata, profili lipidici peggiori e indici di insulino-resistenza epatica più elevati rispetto al resto della coorte 13.

In alcuni casi, i fattori genetici possono avere un ruolo prevalente, come osservato in alcune etnie razziali contraddistinte da livelli molto elevati di insulina circolante, associati (soprattutto nell'infanzia) a una maggiore prevalenza di obesità e diabete 14, 15, 16, 17, 18, 19.

Rischi e Complicanze

Come abbiamo visto, in molti casi l'iperinsulinemia è associata a insulino-resistenza.

Le conseguenze metaboliche dell'insulino-resistenza possono includere iperglicemia, ipertensione, dislipidemia, adiposità viscerale, iperuricemia, elevati marker infiammatori, disfunzione endoteliale e stato protrombotico.

Quando il pancreas secerne più insulina del normale tende inoltre ad affaticarsi. Nel tempo, quindi, si sviluppa un esaurimento funzionale dell'organo.

Esaurito dal troppo lavoro, il pancreas non riesce più a sostenere l'elevata secrezione di insulina necessaria per il controllo glicemico. Di conseguenza, la glicemia aumenta e si sfocia nel diabete di tipo 2 conclamato.

La progressione dell'insulino-resistenza può anche portare alla sindrome metabolica e alla steatosi epatica non alcolica (fegato grasso).

La resistenza all'insulina è inoltre fortemente associata alle malattie cardiache, che rappresentano la principale causa di morte in tutto il mondo 20. E' stato calcolato che le persone con insulino-resistenza o sindrome metabolica hanno un rischio fino al 93% più alto di sviluppare malattie cardiache 21.

Trattamento

Esercizio Fisico

È stato dimostrato che l'esercizio fisico riduce notevolmente l'insulinemia e aumenta gradualmente la sensibilità all'insulina e l'efficacia del glucosio 22, 23.

L'attività fisica, infatti, favorisce l'ingresso di glucosio nei muscoli e promuove un aumento immediato della sensibilità all'insulina, che dura 2-48 ore, a seconda dell'esercizio 24.

Ad esempio, uno studio ha rilevato che 60 minuti di pedalata a un ritmo moderato hanno aumentato la sensibilità all'insulina per 48 ore tra i volontari sani 25.

Perdita di Peso

La perdita di peso è associata al miglioramento dell'iperinsulinemia senza alcun cambiamento nell'efficacia del glucosio.

Al contrario, l'aumento di peso è associato al peggioramento dell'iperinsulinemia e alla ridotta efficacia del glucosio 26, 27.

Dieta

Una dieta eccessivamente ricca di zuccheri aggiunti può favorire l'insorgenza di varie malattie, come obesità, insulino-resistenza, diabete, steatosi epatica, cancro e malattie renali croniche 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39.

Gli alimenti ricchi di zuccheri aggiunti includono caramelle, cioccolato, bibite, torte, biscotti, ciambelle, pasticcini e alcuni cereali. Questi sono anche alimenti ad alto indice glicemico.

Si consideri che in etichetta gli zuccheri semplici aggiunti non comprendono solo lo zucchero (saccarosio), ma anche il fruttosio, il destrosio, il maltosio, lo zucchero d'uva, lo sciroppo di mais e altri sciroppi come quello di glucosio-fruttosio. Anche le maltodestrine possono essere assimilate a uno zucchero semplice, in virtù di un indice glicemico molto alto (pari o addirittura superiore a quello dello zucchero).

Si ritiene che i pazienti con alti gradi di iperinsulinemia possano trarre il massimo beneficio da una dieta a basso indice glicemico e ricca di fibre 40. Ad esempio, uno studio che ha coinvolto 264 donne ha scoperto che coloro che mangiavano più fibre solubili avevano livelli significativamente più bassi di resistenza all'insulina 41.

Per il controllo dietetico dell'iperinsulinemia è dunque importante:

  • dare la preferenza agli alimenti non lavorati, così come si trovano spontaneamente in natura, come semi, cereali integrali, verdure a foglia, legumi, frutti, pesce, carne, uova e acqua;
  • scegliere alimenti confezionati privi di zuccheri aggiunti.

Integratori

Secondo alcuni studi, la cannella può ridurre la resistenza all'insulina, aiutando questo importante ormone a lavorare meglio.

In particolare, gli studi suggeriscono che la cannella aumenta la sensibilità all'insulina aiutando i recettori per il glucosio sulle cellule muscolari a diventare più disponibili ed efficienti nel trasportare lo zucchero nelle cellule 42, 43.

È interessante notare che alcuni studi hanno scoperto che la cannella contiene anche composti che possono imitare l'insulina e agire direttamente sulle cellule 44, 45.

Altri potenziali alimenti e integratori utili per aumentare la sensibilità all'insulina includono fieno greco, curcuma, tè verde, aceto di mele, magnesio, cromo, e zenzero 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 64, 65.

Farmaci

Alcuni farmaci possono contribuire a ridurre i livelli di insulina nel sangue.

La liraglutide, ad esempio, porta a una maggiore perdita di peso e diminuisce l'insulina a digiuno insieme a una riduzione del diabete incidente nei soggetti con obesità ma senza diabete 66.

Altri esempi di farmaci potenzialmente utili includono nifedipina, ocreotipde e diazossido. A questi si aggiungono alcuni farmaci per il diabete, che riducono sia l'insulina che la glicemia.

Ad esempio, la metformina riduce con successo i livelli sia glicemici che insulinemici 66.

Chirurgia Bariatrica

Poiché l'obesità e l'iperinsulinemia sono spesso refrattarie ai cambiamenti nella dieta e nello stile di vita, la chirurgia bariatrica è raccomandata per i pazienti con obesità grave e condizioni di comorbidità.

È interessante notare che la perdita di peso indotta dalla chirurgia bariatrica non è dovuta esclusivamente alla natura restrittiva della procedura. Potrebbero essere invece coinvolti anche fattori endocrini, epigenetici e di riequilibrio della microflora intestinale 67, 68, 69.

La chirurgia bariatrica è associata a una rapida correzione dell'iperinsulinemia (nel giro di una settimana) e precede il recupero della sensibilità periferica all'insulina, che continua a migliorare tra 6 e 24 mesi dopo l'intervento 70, 71.

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